Tie Guan Yin, ovvero Dea di Ferro della Misericordia, è il nome di uno dei tè più famosi e pregiati del mondo. Un oolong cinese di grande classe, con una lavorazione particolare, coltivato nella zona di Anxi (circa un milione di abitanti), nella parte meridionale della provincia del Fujian, nella prefettura di Quanzhou, al confine con lo Xiamen.

Quando ho visto per la prima volta questo nome, ho subito pensato a Chiara Gamberetta. L’apparente contraddizione tra “Dea di Ferro” e “Misericordia” esprimeva al meglio la sua personalità: generosa con tutti, gentile con chi dimostra interesse a imparare, e ferrea nella sua volontà di non piegarsi a ragionamenti pseudo-mafiosi, quelli della vecchia editoria e della scuola pubblica italiana, in cui non siano la qualità e l’originalità a contare.

Vedete il po' di verde sulla costa sud del Fujian? Anxi è poco sopra.
Vedete il po’ di verde sulla costa sud del Fujian? Anxi è poco sopra.

Da cosa prende il suo nome questo tè?

La risposta più conosciuta, e la mia preferita, è la leggenda del signor Wei, un povero contadino che viveva vicino a un piccolo tempio in rovina dedicata a Guan Yin (o Guanyin), la Dea (più correttamente: Bodhisattva) della Misericordia. Wei era molto devoto alla Dea e ogni volta che passava accanto al tempio si rattristava per le condizioni in cui l’edificio si trovava. Wei non poteva fare molto, essendo povero, ma ogni due settimane spazzava il tempio, accendeva incenso in offerta e puliva la statua di ferro della Dea.

Una notte la Dea apparve in sogno a Wei e gli disse “Vai nella grotta dietro il tempio, lì troverai un tesoro che durerà per molte generazioni… ma sii generoso e condividilo con i tuoi vicini.” Il giorno successivo Wei andò nella grotta e lì trovò soltanto un germoglio di tè. Deluso dalla scoperta e temendo di aver fatto solo un normale sogno, Wei decise comunque di fidarsi della Dea e di coltivare quel germoglio. Nacque un cespuglio vigoroso che dopo due anni diede foglie splendide pronte per l’infusione.

Wei infuse alcune foglie e rimase sorpreso. Era il tè più buono che avesse mai bevuto, superiore a ogni altro tè della zona. Il profumo che saliva dal gaiwan (una tazza da infusione tradizionale, ci torneremo in futuro) era così puro e il sapore così morbido, ricco e delicato assieme, e le foglie di qualità così alta da produrre un liquore ottimo anche con molte infusioni, che Wei capì subito che quello era davvero un dono divino.
Wei decise di dedicare grande cura alla coltivazione del nuovo tè e dopo pochi anni c’erano oltre 200 cespugli. Così, vendendo il più pregiato dei tè, Wei ottenne i soldi per restaurare il tempio della Dea. Non dimenticò comunque ciò che la Dea aveva chiesto e donò i germogli agli altri contadini, diffondendo la nuova varietà di tè in tutta l’area.

Dea_di_Ferro_GamberettaNon è così con Gamberetta?
Noi eravamo poveri lettori sperduti nel mondo. Dal suo piccolo blog ella ci apparve nel 2007 e ci ha insegnato come si scrive e si analizza la buona narrativa. Ed è andata via, lasciando il suo blog solo, lì. Ma noi dobbiamo continuare a ricordarla e preservarne l’esistenza, come Wei fece con la statua e il tempio. L’insegnamento che Gamberetta ci ha lasciato è come il germoglio di tè e noi dobbiamo avere fede, ricordarci di Gamberetta e portare avanti ciò che ci ha mostrato. Se avremo fede e non dimenticheremo la Dea e il suo insegnamento, verremo ricompensati.

Ecco che io non ho vacillato nella Fede e il germoglio del suo insegnamento è diventato Vaporteppa, un cespuglio vigoroso, e da quei cespugli credo che altri cespugli nasceranno perché sto istruendo i miei futuri autori e ciò che impareranno non sarà dimenticato. Ma non basta, è nostro dovere continuare a diffondere il suo dono in modo che altri possano coltivarlo e arricchire la narrativa. Ma stiamo facendo abbastanza per portare avanti il suo dono, state facendo abbastanza? Io dico di no. Dico che la Fede non è autentica, se la memoria vacilla e l’insegnamento si annacqua.

Pensiamoci.
Una statua di Guanyin alta 33 metri
si trova sul monte Putuo, un’isola a sud-est di Shanghai, centro del suo culto nel buddismo cinese e luogo di pellegrinaggio da oltre mille anni. Guanyin è conosciuta come Kannon dai giapponesi, che le hanno dedicato una delle statue più grandi al mondo, alta 100 metri, a Sendai.
L’azienda Canon prende il suo nome da Kannon (anche riportata come Kwanon e Kan’on), presente anche nel logo dell’azienda nei primi anni.

Quanto poco vale ciò che i presunti estimatori di Gamberetta hanno fatto, a fronte di quanto per molto meno i fedeli di Guanyin/Kannon hanno fatto per lei. Ingratitudine. In un mondo migliore anche Gamberetta avrebbe una statua di almeno 30 metri.

guanyin_kannonStavo bevendo poco fa una deliziosa Dea di Ferro della Misericordia (qualità Superiore, primavera 2014, circa 11 euro l’etto). Il dolce aroma floreale, intenso di orchidea, si spandeva dal liquore giallo dorato con riflessi verdolini. Il sapore rotondo, morbido, dolce, con richiami di vaniglia, bella opulenza floreale e note leggere di vegetale bollito (zucchino più che erbaceo generico). Una leggera nota acida e astringente corona il tutto con eleganza, senza che si riduca a mera morbidezza, senza che cada addirittura nella burrosità.

Degustando questo nettare divino ho capito cosa volevo fare per oggi, il quattro quattro, giorno sacro. Non il solito video o le foto con l’altarino. Perché se Gamberetta non è più tra noi, se ormai è in un mondo migliore, questo non significa che non possiamo contattarla. Se ella non appare a noi, nemmeno in visione, forse noi possiamo…
Credo di conoscere il modo. Nel giusto luogo, con i giusti strumenti, nel giusto momento. E il momento è oggi: il quattro quattro, alle 16 (quattro per quattro) e 44. Conosco i segni, so leggere il movimento dei conigli e non è un caso che la rosea fioritura dei ciliegi (hanami) a questa latitudine cada in questo periodo. Indizi che permettono di identificare il luogo, che io ho già trovato. Ho da parte tutto il necessario, inclusi 16 grammi tenuti per le occasioni speciali di pregiato Tie Guan Yin di qualità Suprema, da 47 euro l’etto. Basterebbe il Superiore da 11 euro, ma ho un solo tentativo a disposizione.

Torneremo a parlare presto di tè, incluso questo oolong.
Non c’è tempo ora di discuterne il metodo di produzione, le varietà arrostite o le infusioni multiple che permette. Ne parleremo nei prossimi articoli.

Non c’è tempo ora, se voglio tentare. Mi infilo l’uniforme, calco sulla capoccia il kugelhelm, indosso la sciabola che senza si è sempre un po’ nudi. Sento che non è un caso nemmeno che io abbia una Canon, perché se uno strumento mortale può cogliere quanto intendo mostrare, deve essere per forza uno con questo nome. Segni che confermano altri segni. Se riuscirò nel mio intento lo vedrete in futuro, non so quando, e se tacerò significa che non ha funzionato o che non ho le prove, e allora meglio non parlarne nemmeno.

Vado.
Buon quattro quattro e al prossimo articolo sul tè.

7 Replies to “La Dea di Ferro della Misericordia”

  1. Felice Quattro Quattro, e che la Dea posi su di te il benevolo sguardo della sua Disapprovazione.

  2. @ Nicholas:
    Menzionare Orfeo non è esattamente di buon augurio… il povero musicista non riuscì nell’impresa di riportare indietro la sua amata Euridice! é_è

  3. Punto sul fatto che se il Duca prova a girarsi Gamberetta gli tiri una bastonata in testa.

  4. Beh, ma la Dea non è JHWH, le sue narici non si allietano col profumo del grasso bruciato. La Dea è molto al di sopra degli squallidi (e mortali, lei è immortale) elohim biblici, JHWH incluso.
    In onore della Dea fai donazioni ad associazioni che curano i coniglietti abbandonati. ^^

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