Questo è il signor Prosciutto, nell’ultima foto del 3 agosto. Notate il portamento signorile, il profilo nobile, l’eleganza con cui indossa la moderna pettorina del mestiere a fianco del tradizionale cravattino di corda della sua gente, simbolo del suo antico lavoro già nel medioevo, a cui ha appeso con calcolata trascuratezza il monocolo.

Ci siamo incontrati a luglio.
Un vero signore, silenzioso, riservato, buon ascoltatore, che non faceva pesare troppo i suoi 7,9-8 kg. Pochi giorni dopo la foto è morto. Se ne è andato come era arrivato, all’improvviso (vincemmo l’onore di conoscerlo alla sagra degli alpini di Porretta Terme).
Lo abbiamo seppellito come lui avrebbe voluto, dentro di noi. In meno di tre settimane di lui è rimasto solo il ricordo di quella garbata, silenziosa, bonarietà di quando era in vita e del suo carattere un po’ ombroso, salato, dopo la morte. E le cotiche, nel freezer, per la pasta e fagioli alla veneta. So quanto teneva alla sua cotenna; lo si capiva da quegli sguardi che lanciava, credendosi non visto, alle scatole di borlotti.
Come mai i prosciutti muoiono, così, senza segnali premonitori?
Poco ancora ne sa il mondo scientifico, ma l’ipotesi più diffusa è il Death Note.
Addio, signor prosciutto.
 

15 Replies to “Addio signor Prosciutto”

  1. Il fratello del signor Prosciutto e’ venuto a trovarmi a casa qualche settimana fa, quando il poveretto ha saputo dell’improvvisa dipartita ha avuto un malore. Abbiamo provato a rianimarlo con l’affettatrice, ma ormai era troppo tardi.
    La signora Mortadella, la moglie, e’ inconsolabile, e pensiamo che non resistera’ per piu’ di un paio di settimane in queste condizioni.

  2. Penso di parlare a nome di tutti nel dire che avremmo voluto essere con voi in questo momento cruciale. Onore al prosciutto.

  3. Oggi il mondo è un posto peggiore. 🙁
    Una grande persona, affettato nei modi, sempre disponibile e disposto a dare tutto sè stesso per gli altri. So da voci di paese Duca, che è morto per infarto. Il suo crudo cuore non ha retto all’omosessualità del figlio Culatello, diventato lo Zibello del circondario. Tutto poteva sopportare, tranne una vergogna simile. La sorella, monaca di Lonza, ha cercato di riportare sulla giusta via il giovane, ma è stato trovato con le mani nell’insaccato mentre accarezzava un salame nero.
    Alcuni gridano ora all’omofobia e al razzismo, ma vorrei proprio vedere loro al suo posto. Riposa in pace, caro Prosciutto, e non badare alle parole moraliste dei vegetariani, sono solo piene di indivia.
    Perché ogni prosciutto è diverso e unico a suo modo.
    Il macellaio più piccolo del mondo sta suonando questa al suo funerale.
    Ricorderò per sempre le sue ultime parole: “I am not an pig! I am not an animal! I am a human being! I … am … a … ham!

  4. Certo che puoi, ma senza vaselina. Mi piace farlo come vuole natura. ^_^
    Era dall’infanzia che non giocavo più a “cadavere squisito“, e dopo aver assistito alla morte di un prosciutto e a vostri commenti che gli andavano dietro non ho resistito ad abbandonare la razionalità per gettarmi nella partita. 🙂
    Mi piace molto giocare con voi, so sempre dove inizia la partita e mai dove si andrà a finire.

  5. so sempre dove inizia la partita e mai dove si andrà a finire.

    Credo che quello lo si possa intuire: un furgone con mezza dozzina di commentatori armati di manganelli e olio di ricino guidati da DagoRed.

  6. Credo che quello lo si possa intuire: un furgone con mezza dozzina di commentatori armati di manganelli e olio di ricino guidati da DagoRed.

    Io non ho trovato l’olio di ricino e il manganello. va bene uguale una peretta al glicerolo e un battipanni stagionato?

  7. Uriele, dato che ti è piaciuta la versione in prosa, ho cercato di buttarne giù una versione poetica, questa è Solo per i tuoi occhi:
    L’ode al Signor Prosciutto.
    Di animo squisito, affettato nei modi;
    Fino qui giungo, per tesserne le lodi.
    Ebbe cuore crudo, adesso è di strutto;
    Terminato in coerenza, Sig Prosciutto.
    Il figlio Culatello, senza tradizione;
    Amava i salami neri, con fornicazione.
    La sorella, riservata monaca di Lonza;
    Nel tentar conversione, offrì patonza.
    Tutti gli sforzi, si dimostraron vani;
    Giaceva con insaccati, su vari divani.
    Ben presto il paese lo chiamò Zibello;
    Apostrofato vicin dell’attira uccello.
    Suo padre morì innanzi a tal vergogna;
    Ogni cosa era meglio, perfin la gogna.
    Nano macellaio suona Adagio per archi;
    I verdi d’indivia, festeggiano parchi.
    Lunga è la strada ano, stretta la via;
    Chi omosessuale non è, ne fa malattia.
    Non ho rispettato un numero preciso di sillabe, solo la grafica del blog in modo che la poesia fosse in-colonnata. xD Ho fatto 12 sillabe e mezzo, che faccio signò, lascio?

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