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Aggiornamento (più o meno) periodico a tema eBook (2)

Aggiornamento a tema eBook, ovvero il post calderone di notizie varie accorpate. Sono passati sei mesi dal primo aggiornamento “misto” e nel frattempo ho scritto parecchi articoli dedicati agli eBook, ma nelle ultime cinque settimane non avevo più affrontato l’argomento nonostante i rimbalzi mediatici di alcune notizie che, seppur interessanti, non mi parevano entusiasmanti.

Mi sto riferendo naturalmente a cose come l’abbassamento del prezzo degli eReader dovuto alla concorrenza dell’iPad e tra gli eReader stessi. Notizia importante, notizia utile per chi un lettore di eBook lo deve comprare… ma entusiasmante? No. Doveva avvenire. Era cosa nota, banale, ovvia, prevista. L’avevo preannunciata, facendo da megafono in Italia agli esperti dei siti in lingua inglese, parecchie volte. Avevo anche riportato il motivo per cui il calo dei prezzi ritardava tanto, più di un anno fa. Una “novità” da sbadiglio, in poche parole.

Ruggito o sbadiglio?

Riassumo la questione in poche righe, prima di passare a cose più interessanti.
Scusate se non metto i link in questo caso, ma è proprio robetta che non richiede particolari approfondimenti (ed è pure un po’ datata).
In aprile è uscito l’iPad. Costa tanto, ma per l’utente comune ha più senso comprare quello come gingillo giocattoloso sbrillucicoso su cui navigare e con cui sfogliare riviste e poi perfino leggere, come sovrappiù, quel singolo bestseller che leggerà in un intero anno.

Prodotti idioti come il QUE, di cui avevo già commentato con sbalordito disgusto il prezzo, sono finiti fuori mercato ancora prima di entrarci (l’azienda prima ha posticipato l’uscita, poi ha annullato i pre-ordini!). Dello Skiff, nato per volontà delle riviste e dei giornali americani, non penso se ne farà nulla: l’iPad è meglio da quel punto di vista (le riviste raggiungono le masse più dei libri e le masse da un libro letto all’anno è più facile che abbiano un tablet piuttosto che un eReader) ed è già diffuso. Scommettere sullo Skiff come oggetto (c’è anche la Skiff come piattaforma di distribuzione riviste), per quanto mi piacesse quel foglione di acciaio, non ha senso SE lo scopo è farlo per salvare l’industria delle riviste e dei giornali.

Nel frattempo la B&N col suo Nook ha dimostrato la propria debolezza: si era lanciata a muso duro per competere direttamente con il Kindle di Amazon, ma qualcosa probabilmente deve essere andato storto e ha deciso di abbassare il prezzo. Chi fa la mossa per diventare competitivo svela la propria debolezza: se stai già vincendo, non hai bisogno di agire per primo. B&N si è dimostrata debole e insicura. Il Nook scende a 199$ (quello 3G+WiFi che compete direttamente contro il Kindle, mentre quello col solo WiFi viene 149$).

In meno di 24 ore, mostrando una prontezza di riflessi straordinaria, Amazon ha abbassato il prezzo del Kindle a 189$ (e rimborsato i 70$ di differenza agli acquirenti delle precedenti settimane, giusto per ricordare a tutti che Amazon pensa sempre ai clienti). La mossa di B&N non solo è stata annullata, ma è stata pure sputtanata con un atto di forza senza precedenti: il messaggio su chi è che comanda il gioco è chiaro.

Sono seguiti altri annunci vari (hanno abbassato i prezzi pure sui lettori Sony, se ricordo bene), incluse voci di un prossimo Kindle entro l’autunno (seguito forse da prezzi in calo fino a 149$ o a 129$), poi è arrivato il nuovo Kindle DX che ha lo schermo E Ink potenziato con il 50% di contrasto in più e il prezzo ridotto a soli 379$ (110$ in meno!) ecc…

In generale ora c’è una sensazione diffusa che i prezzi caleranno e continueranno a calare. Si vocifera di possibilità, fino a sei mesi escluse dalla stessa PVI (ora E Ink Corporation), che i prezzi scendano già quest’anno fino a 99$ per i lettori di base. Non so, questa volta non mi pronuncio. Troppe cose in movimento. Non sono un esperto e non sono un analista, sono solo uno che tiene gli occhi aperti. Vedremo a Natale.

Il nuovo Kindle DX potenziato. Bello, ma non può competere con iPad per le riviste ed è troppo grosso, costoso e ingombrante per i romanzi. Prodotto affascinante, mi piacerebbe averne uno (mentre non mi frega nulla dell’iPad), ma rimane comunque di nicchia.

Passiamo a qualche notizia più recente e interessante. In questi giorni sta facendo molto rumore l’annuncio fatto da Amazon il 19 luglio. Ho letto dei rimbalzi bizzarri in cui si confondeva un po’ quello che aveva detto Amazon, tramutando un interessante successo degli eBook in qualcosa di ben più straordinario (ma falso). Non vale la pena farsi prendere da facili entusiasmi: sta solo accadendo quanto era ovvio e banale accadesse, per cui limitiamoci e ragionare sui dati forniti (e sui perché di quelli non forniti). Non sto dicendo che non siano ottime notizie, dico solo che non hanno nulla di straordinario o di imprevisto per chi ha seguito l’evoluzione del mercato degli eBook perlomeno dal 2009.

“We’ve reached a tipping point with the new price of Kindle–the growth rate of Kindle device unit sales has tripled since we lowered the price from $259 to $189. In addition, even while our hardcover sales continue to grow, the Kindle format has now overtaken the hardcover format. Amazon.com customers now purchase more Kindle books than hardcover books.”
(Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon.com)

Da quando hanno abbassato il prezzo a 189$, le vendite del Kindle sono triplicate. Ecco la differenza tra un prezzo vecchio stile (259$) e un prezzo più moderno (189$) adatto a competere davvero con l’iPad. Milioni di iPad venduti eppure c’è ancora posto per triplicare le vendite degli eReader veri e propri, molto più adatti del “grosso” tablet per chi vuole principalmente leggere narrativa… ma su questo tornerò dopo.

Kindle offers the largest selection of the most popular books people want to read. The U.S. Kindle Store now has more than 630,000 books, including New Releases and 106 of 110 New York Times Best Sellers. Over 510,000 of these books are $9.99 or less, including 75 New York Times Best Sellers. Over 1.8 million free, out-of-copyright, pre-1923 books are also available to read on Kindle.

Recent milestones for Kindle books include:

* Over the past three months, for every 100 hardcover books Amazon.com has sold, it has sold 143 Kindle books. Over the past month, for every 100 hardcover books Amazon.com has sold, it has sold 180 Kindle books. This is across Amazon.com’s entire U.S. book business and includes sales of hardcover books where there is no Kindle edition. Free Kindle books are excluded and if included would make the number even higher.
* Amazon sold more than 3x as many Kindle books in the first half of 2010 as in the first half of 2009.
* The Association of American Publishers’ latest data reports that e-book sales grew 163 percent in the month of May and 207 percent year-to-date through May. Kindle book sales in May and year-to-date through May exceeded those growth rates.
* On July 6, Hachette announced that James Patterson had sold 1.14 million e-books to date. Of those, 867,881 were Kindle books.
* Five authors–Charlaine Harris, Stieg Larsson, Stephenie Meyer, James Patterson, and Nora Roberts–have each sold more than 500,000 Kindle books.

Il Kindle ha venduto nell’ultimo mese 180 eBook ogni 100 libri in hardcover, ovvero edizioni a copertina rigida. E 143 eBook ogni 100 hardcover considerando gli ultimi tre mesi. Il classico sapientino della domenica potrebbe venire a dire che allora i copertina rigida, con una simile concorrenza, devono aver perso mercato! No, sei fuori di testa? Su Amazon i libri a copertina rigida hanno le vendite in crescita!

Questo è il vero dato straordinario: le edizioni costose, quelle che permettono di coprire tutti i costi del libro (perché il loro prezzo è MOLTO più alto delle edizioni economiche, anche se i costi fisici sono solo poco superiori) non legati tanto alla sua “fisicità” quanto alla sua trasformazione da manoscritto a libro pubblicabile (editing ecc…), non sono state danneggiate.

Non stappate lo champagne spumante!
Non stiamo infatti parlando di 1,8 ebook di uno specifico libro per ogni hardcover venduto di quello stesso specifico libro (per ora il record mi risulta sia ancora il 29,3% di vendite complessive in eBook di The Girl Who Kicked the Hornet’s Nest di Steig LarssonNota). Se avete capito così, siete fuori strada. Chiariamo un po’ di cose: non è un vittoria di “formato” grugno-contro-grugno, bensì una vittoria del concetto stesso di LETTURA. Ok, è anche una vittoria del formato digitale in sé, ma non è questo l’elemento veramente interessante.

Tra pochi anni si compreranno comodi eBook invece di pesanti romanzi cartacei,
così le ragazze potranno tenere qualcosa di meglio in borsa al posto della carta!

Quei 180 eBook ogni 100 hardcover dell’ultimo mese riguardano tutti gli eBook a pagamento su Amazon, non solo i corrispettivi eBook dei vari libri cartacei. Un vero paragone carta-eBook andrebbe fatto usando i dati complessivi del cartaceo, paperback inclusi. Se Amazon non cita gli economici significa che la mole enorme di paperback, ben più di quanti siano gli hardcover, non permette lo scavalcamento del digitale sulla carta. Nascondere quel dettaglio favorisce le possibilità di rimbalzo mediatico, in particolare tra chi confonde un po’ le cose e finisce per riportare un irreale sorpassa dell’eBook sulla carta. Astuti bastardi: mi piace come ragionano. ^_^

La notizia rimane eccellente, ma NON, NON, NON e ancora NON parliamo di un superamento degli eBook sulla carta, per favore. Piedi per terra e sguardo dritto in avanti, niente fantasticherie balorde (tanto ci arriveremo tra non molto, portate pazienza… e magari con un paio di anni di sovrappiù per l’Italia, perché partiamo svantaggiati e disorganizzati ^_^).

Perché ho detto che è un trionfo della lettura? Perché significa, dato che non stanno rosicchiando quote significative al mercato cartaceo, che il mercato editoriale complessivo, e la voglia di leggere, sta CRESCENDO grazie al calo dei prezzi permesso dagli eBook. Davvero, pensateci un attimo: se il possibile numero di libri letti fosse FISSO, ovvero il settore lettura non potesse mai crescere (come pareva da quanto avveniva nel mondo della carta da anni), per ogni eBook comprato dovrebbe esserci un corrispettivo libro di carta NON comprato. Anzi, meglio: per ogni eBook letto, inclusi quelli gratis (così tanti che nemmeno vengono citati per non sfalsare il discorso), un libro cartaceo non verrebbe letto (e di solito nemmeno comprato).

Se il settore editoriale avesse perso, anche solo nei limiti di Amazon (che però, occhio, è il più grande venditore online), il 143% delle vendite numeriche degli hardcover spalmate tra hardcover e paperback, sarebbe praticamente collassato! Invece, apparentemente, sta tra il benino e il malino come al solito (basta guardare i dati della AAP per i primi mesi del 2010). L’apocalisse del cartaceo non è (ancora) giunta.

Just how many e-books sold are self-published titles? The Kindle Store is literally flooded with self-published titles and many of them sell between 99 cents and $3.99. Some self-published authors are doing very well because they’ve written a decent book or books that are priced cheaply. Cheap sells these days.
(Fonte: CNET)

A significant percentage of the eBooks Amazon offers for sale were NEVER published in hardcover format; many more are from independent publishers and authors taking advantage of the lower barriers to entry. The room to grow is exponential. Genres and niches that get limited shelf space in the brick and mortar book world are perfectly suited for the digital book world.
(Fonte: Digital Book World)

Quella che invece pare sia giunta, cosa che mi rende assieme felice e triste, è la coda lunga. La coda lunga è un concetto chiave del mondo degli eBook e non proponibile in modo efficace in quello cartaceo, a causa dei costi e di problemi logistici: tantissimi libri che vendono pochissimo e assieme valgono quanto pochissimi libri che vendono tantissimo.

Perché sono felice? Perché naturalmente la possibilità per tanti di essere letti anche senza essere pubblicati da un editore cartaceo (e con la stessa esperienza di lettura per il lettore: scritte su uno schermo per entrambi, non stampa in fogli A4 contro bel libro rilegato) aumenta le possibilità che il settore si diversifichi, diventi più vitale, permetta anche alle mini-nicchie più antieconomiche (secondo i concetti cartacei) di essere soddisfatte ecc…

Perché sono triste? No, nessuna considerazione riguardo la qualità (già ora NON c’è quindi mal che vada la situazione sarà identica a quella attuale, con in più una maggior scelta!), ma un problema più terra-terra per i miei articoli: come cavolo quantifico la diffusione degli eBook, ora? Mi state fregando il gioioso post mensile con i dati di IDPF (basati su 12-15 editori, non su centinaia di mini-editori e decine di migliaia di autori indipendenti!) se cominciate a renderli sempre meno rappresentativi dell’editoria digitale nel suo complesso… ^_^””

Come avrete notato sono due mesi che non riporto i dati delle vendite di eBook negli USA. Ci sono buoni motivi: temo non siano più così significativi come prima. Cercherò di spiegare il problema al meglio, ma non voglio dilungarmi troppo perché non è comunque una questione particolarmente interessante. Una volta i dati IDPF/AAP erano significativi perché rappresentavano i dati “trade” per gli eBook di 12-15 editori di una certa rilevanza e il mondo degli eBook di prima era meno movimentato di quanto è ora: usando quei dati si lasciava fuori tutta una fetta di vendite degli eBook, ma si potevano fare paragoni mese per mese e considerarli come un buon indicatore della salute degli eBook negli USA.

Cosa è successo che mi fa dubitare? Alcune stranezze e qualche perplessità che non ha trovato risposta. Aprile e maggio 2010 hanno presentato dati molto alti in termini di vendite di eBook rispetto agli stessi mesi del 2009, ma inferiori rispetto ai tre mesi precedenti. Quanto inferiori non si sa, perché qui i dati vanno a cazzo di cane tra AAP e IDPF, fin dal mese di marzo. Se prendiamo il primo trimestre 2010 possiamo vedere che AAP e IDPF concordano sui valori di gennaio e febbraio (31,9 e 28,9 milioni), ma poi misteriosamente AAP segnava 28,5 milioni su marzo e IDPF (se usiamo il sistema ninja della sottrazione) invece dichiarava 30,2 milioni.

Ok, normale, già in passato mi era capitato di vedere valori in AAP corretti al rialzo alcuni giorni dopo da IDPF: l’importante era usare sempre la stessa fonte, IDPF, per fare paragoni. Poi ad aprile, il grande mese dell’arrivo dell’iPad, c’è stato un dato strambo al contrario: AAP dichiara 27,4 milioni e IDPF, se ricordo bene, 26,8 milioni (erano un po’ di meno, insomma). Eh??? WTF??? C’è una bella differenza tra dichiarare una lieve flessione (da 28,5 a 27,4 milioni) e quell’aborto (da 30,2 a 26,8 milioni) dichiarato da IDPF.

Ma poi IDPF si è rimangiata la cifra minore visto che i 56,7 milioni che ha segnalato per i primi due mesi sono esattamente la somma dei 27,4 milioni di aprile e dei 29,3 milioni di maggio dichiarati da AAP. Rimangono comunque un po’ bassini rispetto a quanto si poteva sperare, soprattutto se consideriamo che doveva esserci l’effetto iPad

No, non questo: l’altro iCoso!

…ma c’era l’effetto iPad lì dentro?
Bella domanda. Non ho trovato nessuna risposta a questo dubbio e NON è un dubbio da poco. A inizio giugno Jobs ha dichiarato che iPad, con i suoi 3 milioni di pezzi venduti e i 5 milioni di eBook scaricati (sia a pagamento che gratis), aveva in mano il 22% del mercato degli eBook (USA, ovviamente). Non sono briciole! Se quel 22% è interamente o per gran parte, anche solo metà, non incluso nei dati di AAP e IDPF, questo spiegherebbe la leggera flessione al posto della crescita! D’altronde, avendo venduto così tanti iPad, non può solo aver rubato mercato ad Amazon e agli altri siti: aumentando il numero di possibili lettori, per quanto pochi di loro leggeranno davvero romanzi con iPad rispetto a un pari numero di lettori dotato di eReader vero, deve aver fatto comunque aumentare le vendite (ci tornerò dopo).

Altra possibile spiegazione può essere nel fatto che a maggio AAP abbia sentito il bisogno di dire che gli editori da cui provenivano i dati erano 13 (se ricordate IDPF segnala sempre che i dati vengono da 12-15 editori: 13 è nella metà bassa), quindi può anche darsi che sia solo un periodo sfortunato in termini di chi dichiara cosa. Non che gli eBook vadano male, eh, anzi: ma vanno meno bene di quanto è ragionevole supporre considerando che vendono sempre di più! Se stanno vendendo sempre di più, non possono mostrare una flessione! Che sia colpa dei dati di iBooks per iPad, sia per motivi di coda lunga che di eventuale tardiva dichiarazione (o non dichiarazione) a IDPF/AAP? Gli editori che già pubblicavano libri con iBooks ad aprile e maggio (secondo i primissimi dati di aprile la classifica delle maggiori vendite era dominata da Penguin, Simon & Schuster e HarperCollins) erano parte dei 13 editori citati da AAP?

Con tutte queste incertezze e con la sempre maggiore importanza della coda lunga, è sempre più difficile poter definire come “davvero rappresentativi” i dati di IDPF. E a dire che gli eBook vanno “bene” sono bravi tutti: a me piaceva poter dare un’idea chiara di quanto andassero bene e non poterlo fare mi rattrista un po’.

“Voglio i dati degli eBook completi! C’è iBooks o no?”
“Giù le mani dagli eBook, giovinastro scostumato!”

Qui sotto possiamo trovare qualche informazione più sfruttabile:

E-book sales grew 162.8 percent for the month ($29.3 million), year-to-date eBook sales are up 207.4 percent. Year-To-Date E-book sales of the 13 submitting publishers to that category currently comprise 8.48 % of the total trade books market, compared to 2.89% percent for the same period last year.
(AAP, dati di maggio)

Gli eBook di quei 13 editori nei primi cinque mesi del 2009 rappresentavano il 2,89% del mercato trade (non libri di testo), mentre nel 2010 rappresentano sullo stesso periodo ben l’8,48%. A fine 2009 quel 2,89% si era gonfiato sempre di più, arrivando a diventare un 3,31%. A quanto arriverà questo 8,48%? Rimarrà stabile, qualsiasi sia il motivo (anche non collegato alle reali vendite, come si diceva prima) che lo manterrà tale? O crescerà fino al 10% e oltre?

Ah, giusto, ora che abbiamo questo dato dell’8,48%, riprendiamo in mano i dati di Amazon per mostrare, con un paio di conti, come il mercato digitale non si sia limitato a rosicchiare quote al cartaceo, ma abbia prima di tutto creato nuovo mercato stimolando così la lettura e la diffusione del libro. Sappiamo che, prima dell’arrivo di iPad, Amazon controllava il 90% delle vendite di eBook in USA. Sappiamo anche che iBooks ha conquistato il 22% delle vendite in eBook. Possiamo desumere che ora Amazon controlli il 90% del 78% del mercato (100-22), ovvero il 70% (i guadagni sono aumentati lo stesso perché, pur avendo perso un po’ di importanza “relativa”, il mercato digitale complessivo è molto cresciuto tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2010… ah, come avrete notato sto escludendo dal conto Kindle for iPad perché non so come valutarlo).

Cosa accadrebbe se a ogni eBook venduto corrispondesse un libro cartaceo non venduto, ovvero se il mercato librario NON venisse ampliato dagli eBook, ma solo trasformato conservando il volume di vendite da cartaceo a digitale? Amazon controllando il 70% di un mercato trade che vale l’8,48%, sarebbe responsabile di un CROLLO delle vendite trade di quasi il 6% (se poi consideriamo tutti, e non solo Amazon, un crollo delle vendite cartacee esattamente del 8,48%, 3 volte superiore allo stesso periodo del 2009). Ma un simile crollo tra hardcover e paperback nel settore trade (prendiamo ad esempio quello per adulti), coperto da questi dati, è avvenuto?

Dai dati di AAP, si direbbe di no: ci sono i soliti alti e bassi, ma nell’insieme le cose paiono andare bene, meglio dell’anno scorso. Nessuno ha urlato “ci stanno scannando come vitelli”, nessuno ha gridato all’allarme per il tracollo del settore librario (non più dei soliti piagnistei tradizionali), anzi c’è un generale ottimismo verso il futuro digitale per guadagnare ben più di ora (ovvero AUMENTARE il mercato).
Non essendoci stato un crollo ne consegue che allora gli eBook non hanno prelevato quote di mercato al cartaceo, ma hanno invece ampliato il mercato librario complessivo. Quod erat demonstrandum.

Pensateci: si legge così poco nel vecchio sistema cartaceo -sono decenni che si lamentano tutti piangendo come puttane- che la possibilità di crescita è enorme SE si ottiene la giusta combinazione di bassi prezzi e alta offerta. Perfino Ferrari, il vecchio capoccia della sezione libri Mondadori, aveva spiegato che il prezzo dei libri attuali, seppur non particolarmente alto rispetto ad altri intrattenimenti (cinema, palestra, tennis, motociclismo ecc…), induce a non acquistare per timore di sprecar soldi su un brutto libro -e i libri brutti sono quasi la regola-… oltre al problema di chi legge così tanto che non può permettersi di comprare tutti i libri che vuole leggere ai prezzi attuali, come la pensionata che legge 150-200 libri l’anno però a causa del prezzo assurdo ne compra solo 10 e gli altri li prende in biblioteca (il caso era riportato nel programma radio Fahrenheit che potete ascoltare al link precedente).

Che poi, in assoluto, il costo di un libro sia un ostacolo alla sua diffusione, è assolutamente vero. La ragione per la quale il costo del libro è un ostacolo alla sua diffusione, non è il costo in sé perché il costo in sé non è elevatissimo […] ma il problema del libro è che sembra che costi molto perché l’acquisto non è affatto sicuro, nel senso che quando io compro un libro non so prima se mi piacerà o non mi piacerà, mentre quando compro quasi tutto il resto so già prima se mi piace o se non mi piace, perché lo vedo, perché lo tocco, perché lo sento, ma invece nel libro no.
(Gian Arturo Ferrari, Direttore Generale della Divisione Libri del Gruppo Mondadori dal 1997al 2009)

Come dimostrato da Konrath, che ora guadagna oltre 10.000 dollari al mese vendendo eBook (a 2,99$ invece di 1,99$ perché così ottiene il 70% del prezzo da Amazon invece del 35%), mentre prima era uno che campava a malapena con la vendita cartacea, appena i prezzi scendono la gente compra di più. Se scendono sotto 3$ scatta l’acquisto impulsivo e la barriera psicologica del prezzo (20-30$ per un libro? E se poi non mi piace?) crolla. Con il cartaceo non si poteva fare, ma con il digitale sì! Si sconfigge il grande male e il grande blocco anti-acquisto denunciato dallo stesso Gian Arturo Ferrari!

L’eBook quindi sappiamo che farà due cose: rosicchiare con la sua comodità ed economicità quote di mercato ai libri già esistenti in cartaceo e in più (come penso sia ormai chiaro e come sta avvenendo ora, agli inizi del suo “boom”) aprire nuove possibilità artistiche ed economiche con un ampliamento ulteriore del mercato impossibile nel precedente sistema cartaceo-librario (le nicchie troppo piccole per le attuali librerie non hanno alcuno spazio, tanto da rendere la Bizarro Fiction una anomalia che esiste solo grazie alla passione della casa editrice… e ci sono nicchie ancora più piccole! Racconti steampunk erotici con le fatine? Dinosauri gay? Tutto quello che potete immaginare!), oltre alla questione della coda lunga vera e propria formata da 1-2 acquisti per ebook su una mole enorme di titoli.

Quando inizierà a rosicchiare quote ai libri, quanto dovrà colpirli prima di metterli in seria difficoltà come prodotto? Tempo fa avevo letto una ricerca dedicata ai libri di testo negli USA, cose che vendono parecchio di più del tipico romanzetto da 5-10mila copie di tiratura con il 40% di resi, e dicevano che col 13% delle vendite in digitale il modello cartaceo inizia a soffrire molto, mentre al 20% schiatta perché diventa antieconomico.

Once digital textbook sales reach 13%, however, the finance model breaks down significantly as digital textbooks are no longer incremental and, instead, actually begin to pirate print sales deeply (6.5% decrease in revenue on the average title). When digital textbooks sales reach 20% of new textbook sales, based on current production and revenue models, textbook publishers will see a 10% decrease in revenues and a 13% decrease in project margin. At this point, publishers will have little choice but to change product, production and distribution strategies in favor of digital versus print.
(Fonte: Digital Textbook Sales in U.S. Higher Education – A Five-Year Projection)

E se parliamo più in generale, non so, di narrativa ad esempio? Quella roba che già ora a malapena sopravvive e spesso va in passivo, tranne i libri che ricevono le risorse disponibili perché devono vendere (e se devi vendere vendi, pochi cazzi), tipo Licia Troisi e i bestseller pianificati a tavolino?
Non so, ma immagino cifre più basse. Qui mi viene in aiuto Stefano Mauri, belluomo e presidente del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, che pare abbia detto…

Una quota del 10% di digitale manda in crisi il libro di carta, a causa dei costi fissi di quest’ultimo.
(Frase presa da qui, che riporta un tweet di Marco Ferrari)

L’Italia parte ora, praticamente da zero: quanto impiegherà ad arrivare al 10% del settore trade? Qui, commentando Edigita con una certa dose di pessimismo, avevo riportato le previsioni apparse su Tom’s Hardware:

Per il 2010 in USA ci si aspetta un bel 8-9% in eBook per i trade book e quindi è facile che il 15-20% più che nel 2015 lo si raggiunga nel 2012. Sarebbe interessate scoprire se le stesse percentuali italiane devono essere riconsiderate se si ignorano i libri scolastici, di cui non mi frega nulla, e se magari si possa arrivare a quel 4-5% minimo non nel 2015, ma già nel 2012-2013.

E magari un 10% e oltre già nel 2015?
Ma la velocità del cambiamento non dipende solo dalla tecnologia, ma anche dagli editori che possono difendere i vecchi prodotti e rallentare il progresso… ma non possono farlo in modo eccessivo perché potrebbero essere travolti e sostituiti da nuovi editori (o perlomeno forzati dalla concorrenza a mutare un po’ atteggiamento, quanto basta per difendere la carta senza perdere troppi soldi guadagnabili dagli eBook).
Gli editori difenderanno la carta e la proteggeranno dal Satana Ebuch? Ovvio che sì, lo diceva anche Carlo Feltrinelli…

Certo, il libro cartaceo continuerà a essere la priorità. «Naturalmente tutti gli editori hanno interesse a difenderlo — spiega Carlo Feltrinelli —. Ma questa è un’iniziativa moderna e un segnale di grandematurazione di un pezzo importante di editoria italiana. È un progetto lungimirante, aperto a tutti. Non è una setta chiusa»
(Il Corriere della Sera)

…ma l’importante (per loro) è che alla fine si adeguino per sopravvivere.
La cosa più importante per i lettori invece sarà l’arrivo di tante nuove piccole realtà editoriali, anche autoprodotte sul modello di Konrath. Tanta offerta e basso prezzo, un po’ come avere una cesta di Urania nuovi accessibile tutti i giorni (sì, ho scelto l’esempio degli Urania anche per la cattiva qualità media che necessita di “indirizzamenti” da chi ha già letto per non beccare le peggiori ciofeche… ^_^ e comunque anche il peggiore Urania è meglio del fantasy italiano che stanno pubblicando ora quindi zitti e non vi lamentate! Peggio di così, con Arsalon, Lenth e compagnia bella, non sarà mai!).

Rizzate le orecchie: il 10% basterà per dare il gran colpo di acceleratore al settore.
E chi non evolve il proprio business finirà come un coniglio sotto un’automobile!

Torniamo all’iPad, giusto una piccola incursione per chiarire cosa penso davvero.
Sono convinto che iPad abbia fatto bene al settore degli eBook e vorrei poter dire “quanto” (un pochino per lo meno sì). Se ricordate le mie critiche contro iPad, che poi non erano solo mie, ma di un sacco di gente e si basavano su fatti oggettivi che avevano lasciato perplesse anche parecchie Apple Fangirl, erano legate alla campagna mediatica per presentarlo come lettore di eBook quando al più quello può essere un ruolo secondario per questioni di portabilità (come mi raccontava Zweilawyer, provate a leggere in una metropolitana affollata con l’Opus da 5 pollici oppure con l’iPad molto più grosso: col primo leggi anche nella calca, mentre col secondo bisogna trovare un posto a sedere, usare due mani e… sopportare i vicini che leggono con te!), batteria, emissione di luce, sistema troppo chiuso, costo troppo alto, problemi con intensa luce ambientale e… ipocrisia.

Come ci aveva ricordato anche Antonio Tombolini, Jobs prima di uscirsene fuori a fare il profeta/salvatore dell’eBook era stato uno dei suoi NEMICI: lo considerava un prodotto morto e gli eReader una cosa senza futuro, perché NESSUNO leggeva più libri né li avrebbe letti in futuro. LOL!

“It doesn’t matter how good or bad the product is, the fact is that people don’t read anymore. Forty percent of the people in the U.S. read one book or less last year. The whole conception is flawed at the top because people don’t read anymore.”
(Steve Jobs, gennaio 2008, mentre spiegava perché il Kindle sarebbe stato un fallimento)

Se invece leggete un mio precedente post, in cui riassumevo varie idee già esposte da me altrove, vedrete che “iPad” (e il futuro iPad più piccolo e tutti i prodotti da tenere in mano e con uno schermo per leggere, possibilmente ibrido attivo-passivo), è proprio dal punto di visto concettuale uno dei prodotti che speravo si diffondesse:

gli eBook serviranno a ben poco se il pubblico non inizierà a disporre di più strumenti per leggerli. Io non compravo eBook prima di avere il Cybook Gen3 perché sapevo che molto difficilmente li avrei letti al PC o stampati su carta (e non ho un iPhone, una PSP o un Nintendo DS).
Serve che la gente possa leggere eBook il più comodamente possibile se si vuole sperare che li compri e questo, come molti esperti sostengono, significa che non solo i lettori dovranno costare meno, ma che dovranno anche fare “altro” oltre che leggere eBook. [Altrimenti nessuno li comprerà visto che la lettura interessa a pochi, come spiegavo: questo non toglie che i lettori dedicati potranno continuare ad avere spazio]
[…]
[Qui in mezzo c’era il caso ideale del tipico lettore da un libro l’anno che non comprerà mai l’eBook se non dispone di un lettore “da tenere in mano” che usa già per altri motivi, come un netbook o un tablet, e di certo non comprerà un lettore di eBook dedicato da 90+ euro per leggere un singolo libro!]
[…]
Ma simile netbook ebook reader sono una soluzione verosimile?
Magari con doppio schermo e che si richiudono come dei libri veri?
Secondo alcuni esperti sì, sono la via da seguire per rendere mainstream l’ebook.

Non è stato il costoso, nonché privo di marchio famoso (avevo citato il fattore Cool e nulla è più Cool della Mela Smozzicata), enTourage eDGe ad aprire l’eBook al grande pubblico (né mi aspettavo che lo facesse: lo vedevo solo come un primo passo verso il modello dualbook che tanto amo), bensì iPad a cui seguiranno i suoi successori sia Apple che di altre marche. Io continuo a preferire il design a doppia pagina (come due tablet congiunti), magari con due schermi ibridi, perché poterlo chiudere mi dà una sensazione di protezione dei vetri… ma questa è solo una questione di gusto e l’aumento dei costi necessari immagino che non li renderà mai molto appetibili. Amen.

Come vedete il tablet della Apple non è qualcosa a cui sono contrario per principio, anzi, per la massa dei possibili utenti che NON leggono più di un libro l’anno può essere la soluzione ideale, fino a quando i prezzi degli eReader non diventeranno estremamente bassi (49 euro). E questi tablet prima o poi potrebbero aver schermi OLED o ibridi di altro tipo, diventando sempre migliori nel ruolo secondario di dispositivo di lettura.
Quindi no, non odio l’iPad (e i prodotti simili futuri) e sono fiducioso che farà del bene alle masse dei lettori deboli, magari rendendoli anche lettori un pochettino più forti. Odio solo il marketing Apple, i prezzi sempre troppo alti e i guru mongoli (cit. Zweilawyer) come Jobs che un giorno dicono una cazzata e tutti lo acclamano e il giorno dopo dicono l’opposto e tutti lo acclamano di nuovo. Sigh.

In Giappone il bisogno di leggere unito alla diffusione dei cellulari con schermi adeguati alla lettura (e alla capacità di accettare qualsiasi scomodità pur di leggere durante i continui viaggi in treno/metropolitana) ha reso gli eBook, seppur principalmente “manga”, ben più diffusi da loro che negli Stati Uniti, in valore assoluto in milioni di dollari del mercato. Si può considerare una sorta di caso iPad locale, inteso come improvvisa disponibilità di mezzi per leggere che però non sono veri eReader. ^_^

Quanto valeva nel 2009 il mercato degli eBook in Giappone? 57,4 miliardi di yen (pari a 652 milioni di dollari, più del doppio di quello USA!), con una crescita di quasi il 24% rispetto al 2008. I fumetti pensati e venduti apposta per i telefoni cellulari occupavano ben l’80% del mercato eBook, dimostrando ancora una volta che la crisi delle riviste cartacee che pubblicano i fumetti a capitoli prima dell’eventuale raccolta in volumi NON è una crisi dei fumetti in sé: i manga stanno bene, sta solo cambiando il mezzo, dall’ingombrante carta (in un paese in cui ogni centimetro di spazio è prezioso) al comodo digitale!

Torniamo agli eReader.
Qualcuno, ma nessuno di quelli competenti in materia, forse non consapevole della differenza di lettura tra un LCD (per quanto bello) come l’iPad e un E Ink come Kindle, aveva profetizzato la morte degli eReader con l’arrivo del nuovo dispositivo. Ok, sono morti quelli che parevano morti in partenza a causa del prezzo, come il QUE (forse tornerà a colori nel 2011?), e sono morte le aziende che avevano sbagliato le previsioni di magazzino mentre rivendevano lettori già un po’ datati (come Foxit e Coolreaders, che vendevano lo stesso Netronix che da tempo vendeva la Booken -sanissima- e con un software un po’ inferiore) ma il Kindle e l’Opus, ovvero i lettori da romanzi veri e propri, se la stanno cavando benissimo. In particolare il Kindle.

Ora qualche dato a tema fornito da una recente (e costosa, 499$, per cui scusatemi se userò i dati pubblici ^_^”) ricerca condotta da Forrester Research.

eReaders face a formidable challenge from the rise of tablet PCs. The iPad is already desired by more people than any single eReader, something we expect to only increase with time. However, with just 3.7 million eReaders in the US market at the end of 2009, there is plenty of room for eReaders to grab the attention of the one-fifth of the US online population that reads at least two books per month. By 2015, we forecast that 29.4 million US consumers will own eReaders. We recommend that strategists planning the next wave of eReaders diversify the portfolio of eReading devices to secure their ownership of the reading experience, offering devices that range from stripped-down $49 pocket readers to full-color touch readers that erase the gap between today’s eReaders and tablet PCs.

Altre informazioni sulla ricerca di Forrester Research si possono ottenere in questo articolo, a cura dello stesso James McQuivey che ha firmato la ricerca da 499$ a copia (se siete nel settore magari investite due soldi per comprarla, io proprio non posso permettermela! Ad avere i soldi da spendere così facilmente mi comprava tuta la serie di ricerche balistiche sulle corazzature in alluminio e sulla penetrazione delle punte da sfondamento su cui sbavavo un anno fa!).

That’s right, despite that iPad upstart, the Kindle is still flying off the shelves, selling more units each month than the month before it all through Q2, when the iPad challenger was supposedly pummeling it. And it’s dominating the e-Book business as well, selling as much as eight in ten of the e-Books of major bestsellers, seeing its e-Book sales rate triple over last year.
[…]
Yep, business seems to be going just fine for Amazon. How can this be? It’s very simple. Amazon has only barely begun to penetrate the one-fifth of online adults that read more than two books a month. These people love books enough to want a device optimized to provide the ideal digital reading experience, including finding, buying, carrying, and reading books. That device is the Kindle. And at a newly slimmed-down $189, the Kindle is killer affordable.
[…]
more people want to buy an e-Reader of any kind than want to buy an iPad this year though the iPad has more likely buyers than any one single e-Reader. However, by the time we enter 2012, tablet PCs like the iPad will surpass e-Readers. At that point, a healthy 15.5 million adults in the US will own an e-Reader. And the number will continue to climb, though slowly compared to tablet PC growth. By 2015, we see the e-Reader market starting to cap at just under 30 million U.S. adults. That’s nearly all the people who read 2+ books a month.

At that point, many bargain e-Readers will cost just $49 and some of the best will cost only $99—a price point we believe some Amazon competitors may toy with as soon as this holiday season, especially for bare bones models like the Sony Pocket Reader. One reason that prices will be so low is that by 2015, tablet PCs will compete more directly with high-end e-Readers—they’ll have reflective displays capable of color at very low power consumption rates. This will make the distinction between high-end e-Readers and low-end tablets nonexistent.

Il Kindle vende e vende sempre di più. Gli americani che leggono parecchio vogliono eReader dedicati e nel giro di breve tempo, a causa della salutare competizione tra Tablet come iPad e gli eReader di alto livello, usciranno anche lettori di ebook “base” da 99 dollari (forse già a fine anno, cosa estremamente ottimista considerando che la stessa PVI non lo pensava possibile fino a pochi mesi fa) e prima o poi perfino da 49$.

Per la massa dei clienti che leggono molto poco, ma fanno da base di pubblico per il lancio di tanti megaseller, i tablet possono fornire (come dicevo prima) un sufficiente strumento di lettura degli eBook fino a quando non ci saranno lettori di costo irrisorio (49$) o addirittura anche dopo. I tablet non uccideranno gli eReader dedicati e non li stanno uccidendo e in più, rullo di tamburi, possono fare un gran bene al digitale rendendo a tutti possibile la lettura di quel singolo megaseller di Dan Brown (o quel che sarà) che il tipico lettore comprerà nel corso dell’anno! Sono informazioni splendide, direi! ^__^

Ah, per chi vuole ipotizzare quanti Kindle ci siano negli USA, ecco un possibile metodo: sappiamo che a fine 2009 c’erano 3,7 milioni di eReader negli USA (citato sopra) e sappiamo che 2/3 degli eReader negli USA sono Kindle (informazione uscita più di una volta dai sondaggi). Sarà una stima a cazzo di cane, ma direi che a fine 2009 negli USA c’erano circa due milioni e mezzo di Kindle. E ora vendono a ritmo triplo. Altro che l’hitleriana balla sull’automobile per ogni famiglia tedesca, qui a breve annegheranno nei Kindle… ^_^””

Tutti vogliono gli eReader! Starà per chiederne uno alla padroncina?
No, non ditemi che vuole un iPad…

E per concludere, l’Italia.
No, niente profezie e altre balle. Niente invocazioni a tenere bassi i prezzi o quel che vi pare. Non ne ho voglia e non è l’articolo giusto per dire queste cose. E comunque sono fiducioso che qualcuno lassù (non sulle nuvolette, intendo al comando di Grandi Case Editrici) già abbia ascoltato e valutato con cognizione di causa quanto nei mesi scorsi rimbalzava sui gianarturoferriariani muri di gomma. Mi è tornata un minimo di fiducia nell’umanità, lasciatemi navigare nelle mie illusioni.

Mi appoggio all’articolo di Antonio Tombolini per domandarmi con lui: Edigita, ma dove sei? Mondadori, sono fiducioso che stai lavorando bene alla tua “via autarchica”, ma in concreto cosa farai in autunno? Per ora ci sono stati solo annunci e gli annunci lasciano il tempo che trovano. Di Edigita invece non si sa niente, una cosa scandalosa, come è scandaloso il suo sito indecente con le scritte nere sulla pagina bianca. Viene sempre più forte il sospetto che sia una trappola per affossare il più possibile gli eBook e difendere il cartaceo, come suggeriva la frase di Carlo Feltrinelli. Roba da telefilm Boris, terza stagione (non spoilero, guardatelo).

Per ora a parte la piattaforma Stealth di Simplicissimus e la nuova BookRepublic (i cui prezzi, ma questo dipende dagli editori, non sono sempre entusiasmanti), non si è mosso ancora niente. Edigita è lì fissa, in quella condizione imbarazzante. Mondadori aveva annunciato di farsi viva in autunno, con grosse novità per Natale, quindi per ora non c’è niente (ma sono fiducioso che ora che Ferrari si è levato dalle palle finalmente qualcosa potrà muoversi nel verso giusto) e di conseguenza non si può ipotizzare l’indirizzo che prenderà la sua “via autarchica” al digitale (karkadè e cicoria tostata, come quando c’era Lui e i treni partivano in orario?). Mah…
Per questa volta basta così. Oltre 6.500 parole (di uno che grida nel deserto?).


Nota su Larsson: secondo questa fonte sul versante eBook le cose vanno sempre meglio per i libri del defunto autore svedese. Attualmente i suoi libri hanno venduto più di 1 milione di copie in eBook e anche i libri di James Patterson ne hanno venduto una quantità simile. Questi dati sembrano confermare la diffusione degli eBook dichiarata da Amazon (anche se nel loro modo criptico, e furbo -per non dare informazioni vitali alla concorrenza-, che evita i valori precisi).

Il Duca di Baionette

Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa.

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  • Duca, per quanto riguarda il Nook, non è solo una questione di prezzo. Ti ricordi che sono una fangirl di B&N e che mi sono bagnato tutto quando ho saputo dell'uscita del lettore? Ecco, mi sbagliavo. E' lento a caricare, il sistema per prendere le note è scomodo, il refresh è lento e lo schermo non è buono come quello del PRS505, inoltre la batteria, causa schermo LCD, dura molto meno. Mi veniva da piangere quando l'ho provato

    Altra grossa delusione è stata il PRS600 della sony (altro bambino che addocchiavo con bramosia): non so cosa si sono inventati, ma lo schermo sembra... opaco. Scomodo per la lettura.

    Per adesso il migliore che ho provato è stato l'iRex grosso (mio fratello), comodo veloce, custommizzabile nel software e si legge davvero bene. Mio fratello lo usa più per leggere i paper e prendere che per leggere romanzi, e per un professionista devo dire che è il non plus ultra (personalmente lo schermo piccolo non è una priorita: più grande è, meglio è). Purtroppo è ampiamente fuori mercato

  • Già, B&N era quello debole nella sfida con Amazon, sia per mancanza di pubblico consolidato (il sito di Amazon è il sito di Amazon, competerci è dura) che perché offrivano allo stesso prezzo un prodotto inferiore (non era un po' migliorato col nuovo firmware?).
    Hanno calato il prezzo per sperare di compensare, dimostrando così a tutti di star perdendo la sfida (inculati a sangue). Non ha funzionato perché Amazon li ha fottuti rubando loro in poche ore perfino la gloria mediatica del calo di prezzo. ^_^

    Io continuo a leggere col Gen3 e confermo che col firmware 1.5 non ho mai avuto nessun freeze in mesi e mesi. E preferisco ancora i prc agli epub visto che leggo spesso narrativa in inglese e qualche volta fa comodo la traduzione delle parole più strane. Passerò agli epub quando non potrò farne proprio a meno.

    Piaciuti i conigli?

  • Io l'ho provato un mese e mezzo fa circa nello stand di un B&N grosso. Era quello che usavano per invogliare i pol...clienti. Non so se era già il firmware nuovo, ma di certo non era una gran pubblicità (sono tornato a casa con un sacco di cartaceo)

    Io continuo ad usare l'old PRS, si è freezato un paio di volte nel tempo, ma robe da nulla (lo lasci caricare un oretta, resetti da dietro e torna come nuovo). L'unica cosa che mi manca è il nuovo firmware, molto bello, dei modelli attuali, ma non vale un nuovo lettore. Spero di mendicare l'iLiad quando verrà dismesso, prima o poi (molto poi...).

    Ormai sono abituato ai conigli armati, non si può tornare indietro.

  • Grande post. Alcuni commenti in ordine sparso:

    - i tuoi dati confermano quello che io vado dicendo da quando ho il Kindle, luglio 2009. E cioe' che chi compra il Kindle ed e' un lettore forte, finisce per comprare anche piu' libri cartacei. E compra copertine rigide. Per cui non si uccide la lettura, anzi, si finisce per leggere e comprare di piu' (e i dati in crescita anche dei libri fisici/copertine rigide lo confermano). Ma perche' quando lo dico mi si prende per scemo?

    - il prezzo degli ebook: sono impegnato in una discussione con un autore italiano, e sto portando avanti un discorso molto semplice. E cioe' che dire che un ebook debba costare il 90% del prezzo di una copertina rigida e' da matti. Da matti per il lettore, per l'autore, per tutti (tranne le case editrici).

    - sull'Italia. usi un termine appropriato. Autarchia. Finche' si continua a leggere solo in italiano, libri in traduzione, le CE fanno il buono e il cattivo tempo. E non mi stupirei se mondadori - che gia' fa pagare 25 euri dei grossi tascabiloni - se ne uscisse con dei prezzi da ebook da fuori di testa.

    - sull'iPad. Io lo dissi subito, ma mi si prese per il culo anche li': l'iPad non e' un ereader. La gente non lo compra per leggerci i libri. E secondo me il fatto che non ci sia stato impatto sui dati di vendita dell'ebook non e' casuale. Ma aspettiamo altri dati.

    Poi rileggo e ricommento. Ma questo sono le mie idee buttate li' di getto.

    Articolo fantastico. Fai un lavoro divulgativo di dati per l'Italia notevole.

  • L'iLiad è gran bel giocattolo, tutto sommato, nonostante l'età. Ma, Uriele, quando parli di iRex grande intendi proprio l'iLiad o il DR1000 (che è lui il più grande)?

    Giusto un appunto: il Que non si può dire che sia fuori mercato. Perché nel suo mercato sarebbe praticamente l'unico: non è un oggetto consumer. Credo che il prezzo non sarebbe poi un problema così grande, se uscisse e facesse quanto promesso. Certo non si può pensare che venga come un Cybook, questo è certo.

    Sul PRS600 di cui parla Uriele: è touch? Io ricordo che il display del PRS700 era stato il primo con interfaccia tattile in stile iRex, ma era stato sviluppato male, e lo strato tattile rendeva sfocato quando visualizzato dall'e-paper.

  • Giusto un appunto: il Que non si può dire che sia fuori mercato.

    Hanno cancellato i pre-ordini. C'è scritto.
    Non è mai entrato nel mercato e non è entrato anche perché non poteva competere (e se ne erano accorti quasi tutti quando hanno annunciato il prezzo demenziale), motivo per cui ora hanno annullato i pre-ordini. Non è che annullano tutto per sport, eh! Non è un giuoco.
    Come detto ci sono ipotesi che ritorni a colori nel 2011, allora forse avrà mercato come eReader di fascia alta in competizione coi tablet (come scritto nell'articolo).
    Glielo auguro.

  • DR1000 (sbav sbav). Anche il DR1000 è touch (puoi prendere appunti con la pennina), ma non ha quella pellicolina e non è per nulla opaco: è uno dei migliori schermi che abbia visto.

    699 dollari più tasse però sono troppi anche per quel lettore. Adesso pare stia per uscire il DR800, molto simile nell'aspetto ma più essenziale. Se costasse una cifra umana...

  • Grazie Demonio Pellegrino.

    E cioe’ che dire che un ebook debba costare il 90% del prezzo di una copertina rigida e’ da matti. Da matti per il lettore, per l’autore, per tutti (tranne le case editrici).

    Anche alla casa editrice conviene il prezzo basso, vedi questo articolo:
    https://www.steamfantasy.it/blog/2010/03/16/il-giusto-prezzo-degli-ebook-konrath-smashwords-e-un-confronto-con-la-carta/
    Non si può capire il mondo digitale se si struttura il prezzo pensando alla "copia" invece che al "guadagno complessivo ottenuto dal prodotto". Le due cose non vanno a braccetto.
    (Una nota di aggiornamento all'articolo: anche 2,99$ vende bene, quasi quanto 1,99$, e si guadagna di più su Amazon, come ha dimostrato ultimamente Konrath cambiando i prezzi dei suoi eBook)

    La casa editrice non ha motivo di privarsi dei guadagni, con prezzi irragionevoli che spingano la gente a usare sui propri comodi lettori degli altrettanto comodi testi piratati (o ottenuti in biblioteca, visto che anche lì si dovrà andare sul digitale e cambiare radicalmente il concetto di copyright).
    Solo una politica dei prezzi bassissimi (unità all'acquisto istintivo in un click, stile Kindle) ottiene in simultanea il rispetto del duro lavoro dello scrittore, che riceve più denaro di quanto ne riceva ora (e io voglio che li riceva se ha ben lavorato e li merita!), e migliori guadagni per la casa editrice... il tutto assieme a una diffusione meno endemica della pirateria.

    Tutto questo è ormai stato dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio, a meno di non voler fare demagogia come certi "collaborazionisti" (usando lo stesso curioso gergo di uno di loro che mi legge e che saluto con tutto l'affetto di una mamma comprensiva per il suo fiGLiolo un po' lento) i cui pareri per l'editoria e la cui rilevanza per la narrativa sono tanto infimi (quando non costellate di vere e proprie menzogne: fiGLiolo sai di cosa parlo e dovresti vergognarti di dire ancora le bugie alla tua età ^_^) da poterli considerare trascurabili.
    Un ronzar di mosche, tutte uguali, attorno al mucchietto di escrementi condiviso.

    L'invito per loro è sempre "Show, don't tell": non datevi arie per Dire di essere Grandi Scrittori, ma Mostratelo con quello che scrivete... e fino ad ora non hanno Mostrato nulla, nemmeno un livello medio da Urania, bensì solo Detto, Detto e Detto, come sempre si fa in Italia, paese dove le parole vengono usate come se potessero sostituire davvero i fatti... nella demagogia, senza dubbio, nel concreto un po' meno.

    La sparizione del vincolo cartaceo e dell'aura dello scrittore pubblicato dovuta al testo "stampato" (molto più bello di un plico di fogli A4 amatoriali), li sta facendo impazzire.
    Tolta l'etichetta che si sono attribuiti, sotto non sono scrittori degni e lo sanno, per cui chiunque minacci di levar loro l'etichetta li fa schiumare di folle rabbia e paranoide demenza.
    Ma ne parlerò in futuro.

    Un consiglio? Ignorateli, non fate il loro gioco. Sono attention whore e la cosa peggiore che possono ricevere non è il disprezzo degli altri, ma la mancanza di considerazione. Hanno bisogno del loro pubblico di pseudo-avversari, presunti troll e tutto il resto: non dateglielo, non alimentate i meccanismi perversi alla base del loro Gioco (in senso berniano) interpretando i ruoli prestabiliti che permettono di continuare a giocare.
    Non è molto diverso dal gioco dell'Alcolizzato di cui parla Eric Berne, no? Rompi il gioco o non curerai mai il paziente. ^_^

  • @Uriele
    Sicuro che uscirà il DR800?
    Io ero rimasto ancora a quando stavano andando in bancarotta a inizio giugno...
    http://www.slashgear.com/irex-technologies-files-for-bankruptcy-in-netherlands-0989211/
    Ce l'hanno fatta a salvarsi dalla fine ingloriosa? Non sono proprio aggiornato sulle loro ultimissime vicende, mi spiace.

    Tombolini aveva provato a spiegare il motivo per cui, secondo lui, questa brutta crisi era arrivata:
    http://www.simplicissimus.it/2010/06/irex-chiude-e-questa-e-la-vera-storia/

  • Non si può capire il mondo digitale se si struttura il prezzo pensando alla “copia” invece che al “guadagno complessivo ottenuto dal prodotto”. Le due cose non vanno a braccetto.

    Basta leggere i (rari) interventi degli addetti ai lavori per accorgersi che sono proprio incapaci di non ragionare in termini di tiratura. Poi c'è persino chi nel prezzo del libro (sì, anche dell'eBook) ti vorrebbe far pagare i costi della pubblicità, come se fosse un valore aggiunto che rende il romanzo più bello.

    Il fatto è che da una certa età in poi diventa impossibile imparare cose nuove se non si è tenuto in allenamento il cervello.

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Il Duca di Baionette

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