I conigli sono creature molto intelligenti.
È normale per un coniglio, se osserva il funzionamento un po’ di volte (e se gli importa imparare), capire come funziona un tappo e il concetto di contenitore. La mancanza di mani rende difficile le operazioni di apertura, ma se il tappo può essere sollevato il coniglio va a colpo sicuro e lo solleva. Un po’ come il polpo, considerato molto intelligente nel suo piccolo, imparare a svitare un barattolo. L’intelligenza dei conigli, come già detto altre volte, si estende ben oltre: un sistema di segnali così ricco di sfumature legate al contesto da essere sul limite con un vero linguaggio, capace anche di esprimere generiche idee astratte di una certa difficoltà. Per esempio, uno tra i tanti, il sarcasmo di usare il rotolare gioioso contro un altro coniglio, massima espressione di gioia in quanto ci si “affida inermi” all’altro (“siamo amici, mi fido di te e non temo nulla”), anche contro qualcuno che si disprezza ferocemente. Il significato diventa “mi affido inerme a te perché sei una merda e non potresti farmi niente nemmeno se ti impegnassi”.

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E i conigli sono creature sociali e sensibili. Non gregari e servili come i cani, ma con una società fondata sul rispetto delle “capacità” altrui, sull’amicizia, e questo rispetto e amicizia viene espresso tramite una serie di atti di vassallaggio a cui seguono concessioni identiche seppur di entità minore. Per esempio un coniglio può ricevere pulizia del pelo e coccole per due minuti e rispondere per un minuto e mezzo al sottoposto. Gli atti di vassallaggio sono “concessioni”: per questo un coniglio di carattere aristocratico può offendersi se quando offre l’onore di accarezzargli la testa (si fa notare, punta la persona e si posiziona a muso raso terra per le coccole) l’umano lo ignora o non recepisce. Sta rifiutando uno scambio, la concessione di ricevere in cambio, dopo, le attenzioni del coniglio o comunque sapere che il coniglio si considera in debito per il futuro. Non è strano nemmeno da noi: rifiutarsi di bere assieme o, con un signore giapponese, non accettare di scambiarsi del cibo prendendolo l’uno dal piatto dell’altro come segno di amicizia (nel caso perlomeno di finger food da cucina giapponese internazionale), sono segni di mancanza di intimità che vengono interpretati come segnali di ostilità.
I conigli anche se spesso hanno bisogno di spazio personale, di periodi da soli per farsi i cavoli loro, soffrono moltissimo la solitudine se non si sentono adeguatamente integrati nella famiglia che li ospita. Soprattutto se non hanno un altro coniglio come amico. Ecco che, proprio come i bambini, tramutano dei giocattoli di forma consona nel loro “amico”. Li coccolano pur sapendo benissimo che sono finti (tant’è che la mancanza di coccole da parte del peluche non li offende affatto) o li portano in giro, come certi bambini piccoli non lasciano mai indietro il loro peluche preferito. O io il mio pickelhaube/kugelhelm con dentro il santino di Gamberetta.

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Mangiare i conigli è semplicemente sbagliato.
Mangereste un bambino di cinque anni? Che domanda cretina, certo che lo mangereste: se mangereste perfino i conigli siete proprio brutte persone e ci si può aspettare qualsiasi nefandezza.
Fonti:
http://www.youtube.com/watch?v=kJCjlFSan_E
http://www.youtube.com/watch?v=4ZSroAmMA-0
http://www.youtube.com/watch?v=3iKQqYCBQPs
 

1 Reply to “I Coniglietti del Venerdì (135)”

  1. Le persone sono brutte persone…
    Però va detto che i conigli non si farebbero problema a mangiarci.
    Inoltre sono validi guerrieri, e mangiandoli si può prendere un po’ del loro potere o, in alternativa, sperare di apparire esecrabili ai loro occhi al punto di ricevere una morte rapida e pietosa piuttosto che in una schiavitù opprimente quando i conigli domineranno il mondo.

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