Oggi due video di coniglietti.
Nel primo video ci sono tanti coniglini che si muovono a modo loro, ovvero più o meno a caso, e qualche volta scattano come arieti da assedio e finiscono nel fianco di un fratellino. A circa 4/5 del video arriva un adulto, credo la madre, e i coniglini iniziano a inseguirlo in stile “Ho fame!” – “Ho sonno!” – “Mi scappa la pupù!” – “Mi racconti una storia?”. Si ammucchiano così tanto che l’istinto (e la confusione sul proprio genere?) ha il sopravvento e… finale a sorpresa approvato da Pedobear.
Il secondo video è un po’ strano, alto e stretto, ma merita lo stesso la visione: la dura vita dei coniglini pucciolini, che dormono spanciati come capita e hanno una mamma culona che li calpesta.

Se non funziona prova qui ▼

Io voglio bene ai coniglini perché sono una persona per bene.
Se voi non volete bene ai coniglini siete blu-blu-BLUTTI! E teste di pigna! >_< La lista degli articoli che vorrei pubblicare e che non ho ancora nemmeno iniziato a scrivere è inquietante: in due giorni se ne sono aggiunti altri due. Eh, uh, prima o poi! Fonti:
http://www.youtube.com/watch?v=yf9VW81HEJE
http://www.youtube.com/watch?v=jxNiP9H981U
 

4 Replies to “I Coniglietti del Venerdì (86)”

  1. I coniglietti schizofrenici che zampettano ovunque sono i più carini, danno un senso alla giornata. La mamma mi pare un tantino menefreghista.
    Mi raccomando coniglini, andate a rosicchiare quei simpaticoni che devono votare per la vivisezione. Suggerite un bel cambio di rotta, tipo che al posto vostro e di altri animali ci mettano un po’ di politici e altre persone inutili nei laboratori per la ricerca scientifica.
    Così facciamo pulizia. :3

  2. Da un libro di “curiosità animali” che sto leggendo.
    Duca, taglia pure tutto se ti sembra roba già nota o non veritiera 😛
    Coniglio

    Nocivissimo, irrefrenabile cucciolotto di casa «L’introduzione di pochi conigli procurerebbe un danno minimo e potrebbe portare un tocco d’aria di casa, oltre che costituire una riserva di caccia».
    Raramente una predizione umana si è rivelata tanto erronea. Sono parole di Thomas Austin, un colono inglese che, nel 1859, liberò 24 conigli nella propria fattoria in Australia. Dieci anni dopo, ce n’erano cosi tanti in tutto il continente che nemmeno l’abbattimento di due milioni di esemplari riusci a scalfirne la popolazione. Arrivati al 1950, quando si introdusse il virus della mixomatosi a mo’ di controllo biologico, esisteva più di un miliardo di conigli australiani, la più rapida diffusione di mammiferi di cui si abbia notizia. Il risultato? Con la distruzione dei loro habitat a causa di troppi pascoli e dell’erosione del suolo, un ottavo di tutti i mammiferi australiani e una quantità imprecisata di specie vegetali scomparvero. La mixomatosi fece il suo sporco dovere: la popolazione di conigli venne decimata, ma il piccolo numero che sopravvisse sviluppò una resistenza genetica alla malattia, cosi nel 1995 fu introdotto un nuovo virus, meno efficace (la malattia emorragica del coniglio). La popolazione attuale conta 100 milioni di esemplari ed è in crescita.
    Che cosa assicura tanto successo al coniglio europeo (Ornitolagus cuniculus)? Innanzitutto, la dieta. Mangiano quasi qualunque cosa cresca, e in quantità: un solo coniglio è in grado di spazzolarsi abbastanza erba da riempire
    quotidianamente un bel cuscinone. In secondo luogo, a differenza delle lepri e di altre specie di coniglio, hanno un sistema di tana comune che garantisce un gran numero di femmine da riproduzione. Infine, si riproducono come – be’ – conigli. Normalmente una femmina è incinta, allatta o entrambe le cose; può partorire 30 piccoli all’anno, i quali sono in grado di riprodursi nel giro di sei mesi dalla nascita. I maschi tendono a sparpagliarsi in nuove colonie, le femmine rimangono rintanate a figliare finché la conigliera non diventa sovraffollata. Se non intervengono predatori o carestie, le popolazioni di conigli vanno alle stelle.
    A dispetto delle apparenze, i conigli non sono roditori ma lagomorfi («a forma di lepre») e rappresentano una di 50 specie che comprendono lepri, pica, jackrabbit e silvilaghi. I lagomorfi hanno un trucco speciale: mangiano lo stesso pasto due volte. Mentre la mucca rumina il bolo alimentare, loro mangiano i propri escrementi. Non le sferette secche e fibrose che troviamo intorno alle loro tane, ma il contenuto del loro enorme intestino: delle specie di grappoli verde brillante pieni di batteri che generano sostanze nutritive essenziali, come le vitamine del gruppo B. A rigor di termini, nonostante la provenienza, non si tratta di feci ma di cibo. E ricoperto di un muco gommoso che lo protegge dal processo digestivo, e i conigli lo mangiano servendosi direttamente dal sedere.
    Fu solo a metà del XIX secolo che il coniglio, cosi pieno di risorse, divenne un problema serio per l’agricoltura inglese. Quando i Normanni li introdussero in Inghilterra, erano un prezioso animale da cortile, che i custodi allevavano in conigliere chiuse sia per la carne sia per la pelliccia.
    MEDAGLIA DI BRONZO COME ANIMALE DOMESTICO PIÙ POPOLARE DEL MONDO
    Esistono oltre 100 razze di coniglio domestico, di ogni forma, colore e taglia. Derivano tutte dal coniglio selvatico europeo. Cacciare conigli di frodo era un reato grave, che comportava punizioni draconiane. Entro gli anni Venti dell’Ottocento, però, i proprietari terrieri cominciarono non solo a «recintare» i propri possedimenti con chilometri di siepi (l’ambiente ideale per i conigli evasi), ma ad abbandonarsi a un’orgia di sparatorie,
    avvelenamenti e trappole per volpi, martore, ermellini e uccelli rapaci i quali, fino ad allora, avevano tenuto sotto controllo il numero dei conigli. Ironicamente, la «riserva di caccia» che Thomas Austin aveva immaginato nella sua nuova fattoria australiana trasformò i conigli rimasti in patria da manna in infestazione. Questo
    animaletto un tempo esotico costa oggi all’agricoltura inglese 100 milioni di sterline l’anno. Un’altra ironia è che la carne di coniglio venduta per le tavole britanniche sia prodotta e importata da Cina, Ungheria e Polonia.
    Il coniglio striato di Sumatra (Nesolagus nehcherì) è cosi raro e timido che non esiste una parola per definirlo, nel posto in cui vive. Negli anni Trenta del Novecento si pensava fosse estinto, e da allora è stato avvistato solo tre volte.

  3. Duca ma la cosa del mangiarsi quello che esce dal loro culettino è vera? mi sembra una cosa molto poco conigliesca >o<

  4. Certo che è vera.
    Ed è corretto anche che lo mangino direttamente dall’ano: tant’è che una causa del mancato consumo del ciecotrofo è l’obesità, che impedisce al coniglio di mangiarlo correttamente. Sono molto schizzinosi: se è caduto in terra non lo vogliono più! ^_^
    http://www.coniglionano.net/cose-da-sapere-sul-coniglio/tipi-di-feci/
    Sarà stata citata solo qualche decina di volta su Baionette…
    Tra un paio di venerdì ci sarà un video a tema.

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